Ozono: quando diventa pericoloso per la salute

Durante la stagione estiva è comune fare cenno all’allarme ozono e quindi al tutelarsi dallo smog fotochimico.
È rilevante differenziare l’inquinamento “da ozono”, più comunemente detto smog estivo, dal problema del buco dell’ozono.
L’ozono è un gas formato da tre atomi di ossigeno (O3). In natura si trova in concentrazioni rilevanti negli strati alti dell’atmosfera terrestre, dove costituisce una fascia protettiva nei confronti della radiazione ultravioletta del sole. In questa zona dell’atmosfera, chiamata stratosfera, l’ozono è indispensabile alla vita sulla terra perché impedisce di far passare i raggi pericolosi per la nostra salute.

Alcuni gas alogenati utilizzati in passato come refrigeranti nei frigoriferi e nei condizionatori d’aria, nei solventi per la pulitura a secco e come propellenti nelle bombolette spray, possono raggiungere intatti gli strati alti dell’atmosfera dove interagiscono con l’ozono producendone la riduzione.
Negli strati bassi dell’atmosfera invece, la cosiddetta troposfera, esso è presente in basse concentrazioni, tranne nelle aree in cui la presenza di alcuni inquinanti chimici, in concomitanza di fattori meteo-climatici favorevoli, come le alte temperature estive, può indurne la formazione con conseguente aumento della concentrazione.

L’ozono è un inquinante molto tossico per l’uomo, è un irritante per tutte le membrane mucose e a esposizione critica e prolungata può causare tosse, mal di testa e perfino edema polmonare. L’ozono è, fra gli inquinanti atmosferici, quello che svolge una marcata azione fitotossica nei confronti degli organismi vegetali, con effetti immediatamente visibili di necrosi fogliare ed effetti meno visibili come alterazioni enzimatiche e riduzione dell’attività di fotosintesi.

Se il buco dell’ozono si riferisce all’assottigliamento dello strato di ozono di cui abbiamo bisogno per proteggerci dalle radiazioni ultraviolette, l’inquinamento da ozono si riferisce all’aumento della sua presenza nell’aria che respiriamo, soprattutto nei periodi estivi, che può avere effetti dannosi sulla salute dell’uomo e sull’ambiente.

Importanza del monitoraggio dell’ozono

I motivi che rendono necessario il monitoraggio dell’ozono e la riduzione delle sue concentrazioni in atmosfera sono numerosi.

Come accennato in precedenza, la presenza di elevati livelli di ozono è dannosa per la salute umana, per quella degli animali e delle piante, poiché ne influenza la fotosintesi e la crescita, e, inoltre, riduce la visibilità.
Tra gli effetti acuti derivanti dall’esposizione all’ozono si devono ricordare le irritazioni agli occhi, al naso, alla gola e all’apparato respiratorio, un senso di pressione sul torace e la tosse (azione irritante nei confronti delle mucose).
I rischi per la salute dipendono dalla concentrazione di ozono presente e dalla durata dell’esposizione. In caso di sforzi fisici l’azione irritante risulta più intensa e le prestazioni fisiche possono diminuire.

Le categorie di popolazione particolarmente suscettibili ai rischi di esposizione ad ozono sono:

  • bambini
  • donne in gravidanza;
  • anziani.
  • chi svolge attività lavorativa e fisica all’aperto;
  • soggetti asmatici con patologie polmonari e cardiologiche.

Le più recenti indagini mostrano inoltre che lo smog estivo ed il forte inquinamento atmosferico possono portare ad una maggiore predisposizione ad allergie delle vie respiratorie.
In ogni caso occorre ricordare che gli effetti dell’ozono sono contraddistinti da grandi differenze individuali e gli eventuali disturbi sanitari non hanno carattere cumulabile, ma tendono a cessare con l’esaurirsi del fenomeno di concentrazione acuta di ozono.

Quando l’esposizione a ozono diventa preoccupante?

A causa degli effetti dell’ozono sull’uomo e sulla vegetazione, confermati da numerosi studi epidemiologici, la normativa europea e a cascata quella italiana hanno regolamentato la valutazione delle concentrazioni di tale inquinante. Il Decreto Legislativo 155/2010 definisce:

  • soglia di informazione: livello oltre il quale sussiste un rischio per la salute umana in caso di esposizione di breve durata per alcuni gruppi particolarmente sensibili della popolazione nel suo complesso e il cui raggiungimento impone di assicurare informazioni adeguate e tempestive;
  • soglia di allarme: livello oltre il quale sussiste un rischio per la salute umana in caso di esposizione di breve durata per la popolazione nel suo complesso e il cui raggiungimento impone di adottare provvedimenti immediati;
  • obiettivo a lungo termine: livello da raggiungere nel lungo periodo mediante misure proporzionate, al fine di assicurare un’efficace protezione della salute umana e dell’ambiente;
  • valore obiettivo: livello fissato al fine di evitare, prevenire o ridurre effetti nocivi per la salute umana o per l’ambiente nel suo complesso, da conseguire, ove possibile, entro una data prestabilita.
Figura 1: Soglie, obiettivi a lungo termine e valori obiettivo, fonte: ARPAV

Monitoraggio dell’ozono in Veneto

In Veneto sono 31 le stazioni fisse dislocate sul territorio regionale che rilevano in modo automatico le concentrazioni di ozono. La frequenza di misuramento è oraria per 365 giorni all’anno, 24 ore su 24. Le concentrazioni misurate sono immediatamente visibili nella sezione dati in diretta del portale Arpav.
Soprattutto durante il periodo estivo, in particolare nei mesi da giugno a settembre, può essere molto utile consultare le previsioni delle concentrazioni massime giornaliere di ozono, che sono disponibili con dettaglio molto elevato, grazie alle mappe interattive.

Mercoledì 21 giugno 2023 si sono registrati 12 episodi di superamento in 6 diverse province. La soglia di informazione è stata superata nel veronese presso la centralina di San Bonifacio (186 µg/m3 alle ore 13 e poi alle ore 16) e a Boscochiesanuova (187 µg/m3), nel vicentino a Bassano (209 µg/m3), ad Asiago (197 µg/m3), a Vicenza – Quartiere Italia (194 µg/m3 ) e a Schio (204 µg/m3 ), nel padovano a Santa Giustina in Colle (184 µg/m3), nel trevigiano a Treviso (188 µg/m3) e a Conegliano (183 µg/m3), nel bellunese a Feltre (181 µg/m3) e a Venezia-Parco Bissuola (189 µg/m3). Quello di ieri rappresenta il primo evento di superamento diffuso della soglia di informazione a livello regionale dell’estate 2023.

BeLabs per il monitoraggio della qualità dell’aria in Veneto

BeLabs dimostra, come sempre, particolare interesse nei confronti del monitoraggio dell’aria, come si può leggere qui o qui.

Attualmente stiamo contribuendo con una nostra stazione a monitorare di continuo la qualità dell’aria in Veneto. La stazione è sita a Mandria, frazione di Padova, e stiamo effettuando il monitoraggio dell’ozono.

Oltre il monitoraggio dell’ozono nella nostra stazione ci stiamo impegnando a valutare la presenza in aria ambiente di diversi composti, i quali dati sono riportati nelle Figure 2 e 3:

Figura 2: Monitoraggio aria ambiente, stazione di Mandria
Figura 3: Monitoraggio aria ambiente, stazione di Mandria

Fonti:

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